venerdì 30 settembre 2016

L'arie jè 'a sove, ma le turnìse so' de Troile!

Il nostro patrimonio lessicale ha una frase per ogni occasione. Espressioni che vanno man mano perdendosi. Più il tempo passa più l'oblio incombe.
Oggi mi è capitato di incontrare persone che "s'a mantenevene" ... "s'a profumavene" ... insomma, si davano delle arie. 

Di una in particolare osservavo l'ostentata boriosità e, conoscendone stirpe, discendenza e situazione reale, con ironica compassione  ho pensato: 
               " l'arie jè 'a sove, ma le turnìse so' de Troile!"
Un antico modo di dire che ricorda anche una tra le più ricche famiglie nobili della Taranto ottocentesca: i Troilo, il cui ingente patrimonio era costituito da palazzi, ville, masserie e terreni, il cui immenso valore ha dato vita a questo modo di dire in cui la ricchezza, nei suoi diversi aspetti, è l'agognata meta che molti possono vantare ma pochissimi riescono ad eguagliare.
Questo modo di dire viene usato per indicare le persone che con spavalderia ostentano ricchezze che non hanno.
Di fronte a questo tipo di atteggiamenti, proprio chi conosce bene la situazione, non può fare a meno di pronunciare questo detto, ricordando che  la ricchezza, reale o ostentata, non è tutto nella vita e bisogna sempre ricordare che: "pure a reggìne avì 'bbisogne d'a vicìne"!!!