domenica 9 luglio 2017

Pur'a mugghière d'u sìnneche à sprusciàte!

Oggi è domenica, giorno di messe e di prediche che da sempre sono la parte più importante della funzione religiosa domenicale. L'omelia spiega il vangelo ma soprattutto è il mezzo per comunicare ai fedeli i dettami della nostra religione, ma anche quello attraverso il quale i preti evidenziano i problemi morali della comunità che, denunciati in confessionale si risolvono sul pulpito.
L'importanza della predica è  testimoniata dai pulpiti, che sono elementi architettonici sopraelevati, presenti nelle chiese antiche, utilizzati proprio per le prediche.
A decretarne l'efficacia è l'usanza, in tempo di Quaresima, di ospitare in parrocchia dei monaci predicatori che aiutano i parroci nelle confessioni e nelle prediche, in quel periodo di massima costrizione.

A riguardo esiste un simpatico aneddoto che racconta proprio di questo.

"Tanti anni fa, pare che un curato, scandalizzato dal modo con cui le parrocchiane, in confessionale, denunciavano la facilità con cui tradivano i mariti, non potendo fare altro per rispetto del luogo e delle sue morigerate orecchie,  consigliò alle peccatrici di confessare il loro tradimento con un allegorico "sono scivolata".
 

Così le confessioni cominciavano con: < dimmi figliola...>
continuavano con: < Padre hagghie sprusciàte...>
per finire con: < Stai più attenta figliola, evita il peccato...>
PaterAveGloriaAmen ..... 


Per buona pace di tutti le cose andarono così finchè, in tempo di Quaresima, non arrivò un predicatore che veniva dal nord... nu furàstiere.
Il confessore era cambiato ma i peccati no e neanche la formula da confessionale che il predicatore, non conoscendone  l'allegoria, continuò ad assolvere senza problemi, data l'esiguità del peccato.
Col passare del  tempo quelle scivolate erano quasi  l'unico peccato bisbigliato in confessionale, tant'è che il predicatore, che aveva girato buona parte dell'Italia, convenne di trovarsi in un posto quasi angelico, che avrebbe raggiunto la perfezione se ci fosse stata più cura nella manutenzione del  lastricato delle vie.
Dopo la Pasqua arrivò per lui il momento di abbandonare la parrocchia e  l'ultima sera di predica, nell'accomiatarsi dai suoi fedeli, ne asaltò la bontà, l'onestà e le buone abitudini e terminò raccomandando alle autorità intervenute, la manutenzione delle strade, poichè tutte le donne, anche la moglie del sindaco, erano scivolate.
Inutile dire quanto i fedeli ascoltatori rimasero perplessi!


Da allora il predicatore di Quaresima si scelse sempre tra coloro che conoscevano bene il dialetto e le usanze locali e tutte le loro sfumature...
... e da allora i tarantini, per alleviare il peso di certi copricapi e sminuire la gravità di certe abitudini, usano dire:
< Eh!  pur'a mugghière d'u sìnneche à sprusciàte! >