Quante storie sui briganti e quanta paura....
I briganti... rubavano, rapivano i bambini, uccidevano, sposavano le principesse, e nascondevano i tesori... l'acchiature.
Però stavano pure fattarijedde curiuse...
"Carminiedde e Vita erene marite e mugghiere.
Ijdde stravedève pi jedde, "Vita mia de qua...Vita mia de ddà...
Ogni minema cose “Vita mia”
A matìne appena s’azàvene: “Vita mia, bongiorno”
e a sera no s’addurmescève senza dìcere: “Vita mia, buonanotte”.
Nu’
giurne anema e core, pigghiarene 'u scerabbàlle pi sce’ acchià nu
cumbàre lore ca javetàve a Lupràne. Camìne camìne, a nu certe punde
l’assèrene ‘nanze le brigante ca gridarene:
< O la borsa, o la vita! >
Carminiedde susperò e disse: <Menumàle, stà vòte m’ha sciute ‘bone! >
Po’ si girò ''mmère 'a mugghiere e disse: < Vita mia bella ... scìnne ca a te vòlene!> …"
Storielle e favole per grandi e piccini. Gocce di saggezza popolare per rinfrescare i ricordi.
domenica 10 novembre 2013
mercoledì 7 agosto 2013
'A frittàte
Pasquale: Uè già menzadìe?... me tocche cu m’arretire cenò
mugghiereme ci a sende!
Gaetano: jie me stoche n’otre picche ca mugghiereme ha sciùte
a Padre Pio, cu a chiese, e torna stasera….
Pasquale: < na cumbà,
stè sùle? allora a venè mangià a casa
meije… osce mugghiereme ha fatte 'a frittate.>
Gaetano: <c’è cosa? … no, no
grazie ustèsse ma a me le cose
cumblecàte no me piàcene…>
Pasquale: <ma ce’ stè dice? 'A frittàte cumblecàte? Osce
te fàzze leccà le bbaffe. No ffà 'u mugneluse, a venè e basta!>
Gaetano: <vabbè,
vogghia vèche proprie come hagghie fa cu me lecche le baffe ca nonge
tenghe…>
Arrivati a casa di Pasquale, il pranzo è pronto e per
secondo Sisina mette in tavola la
frittata…
Finito il pranzo
Gaetano ringrazia gli amici: <…'u sé ca tenìve proprie ragione Pascà, è
proprie bone stà… com’è ca se chiama?>
Pasquale: <FRITTATA Caità … FRIT...TA...TA>
Per non dimenticarsi il nome Gaetano mentre ritorna a casa
ripete tra sé e sé: frittata …. frittata ….frittata ….frittata….
Era arrivato quasi a casa quando incrocia un
conoscente che lo saluta: < Bongiorne Caità… >
e lui educatamente
risponde: < Bongiorne, bongiorne…>
Questa distrazione gli fa dimenticare il nome della pietanza nuova che
aveva mangiato a casa di Pasquale, così comincia a camminare avanti e indietro
sforzandosi di ricordare.
Nel frattempo passa
un altro amico: <cè Caità… è perse qualche cose?....>
Vedendo che Gaetano era così impegnato da non dargli risposta
aggiunge: <ci era na cosa de valore l’è fatte a FRITTATE...>
Gaetano, felicemente illuminato da quell'osservazione: < Grazie
cumbà…. L’hagghie acchiàte!>
martedì 18 giugno 2013
Pizzariedde
C'è
una simpatica storiella (vera o di fantasia? boh???) su Pizzariedde, una delle tante masserie di Talsano.
Si dice che uno dei padroni non fosse esempio di virtù. Oltre ad
apprezzare oltremodo la "bella vita" tra belle donne e buon vino era
anche un assiduo giocatore di carte.
Una sera si trattenne a giocare fino all'alba nella speranza di vincere almeno una mano, ma senza risultato, anzi .... preso dal gioco. all'ultima manoavendo perso tutto il contante e infervorito dalla voglia di vincere la sorte avversa, esordì dicendo:
<Mi gioco Pizzarello mio!>
Come era prevedibile, perse anche quella mano ..... e quella sfortunata notte finì così nel peggiore dei modi.
La mattina dopo i compagni di gioco, increduli quanto ansiosi di impossessarsi di tanta fortuna, si presentarono alla masseria dove li attendeva il proprietario che li accolse amichevolmente:
< Benvenuti amici, grazie per la visita, ma sto bene, eravate in pensiero? >
e loro : <Ci fa piacere vedervi così, ma noi.....siamo venuti anche per riscuotere il vostro debito.....>
e il padrone: < certamente! i debiti vanno onorati..> - si volse verso le stalle e gridò:
< Pizzarello!...Pizzarello mio, vieni qua >
A quel richiamo dalle stalle uscì un bel somarello che si avvicinò baldanzoso al suo padrone, che rivolgendosi agli amici continuò:
< ecco a voi Pizzariello mio, mi raccomando abbiatene cura>
mise le briglie all'animale e lo consegnò ad uno di loro che, incredulo, ma rassegnato all'equivoco che li aveva tratti in inganno facendogli credere che si trattasse della masseria di Pizzarello, prese le briglie e cominciò a camminare ma l'asino non si muovava, era fermo e quando tentarono di spingerlo cominciò a scalciare colpendo i malcapitati che lo lasciarono nella sua masseria col suo padrone, correndo a gambe levate...
Una sera si trattenne a giocare fino all'alba nella speranza di vincere almeno una mano, ma senza risultato, anzi .... preso dal gioco. all'ultima manoavendo perso tutto il contante e infervorito dalla voglia di vincere la sorte avversa, esordì dicendo:
<Mi gioco Pizzarello mio!>
Come era prevedibile, perse anche quella mano ..... e quella sfortunata notte finì così nel peggiore dei modi.
La mattina dopo i compagni di gioco, increduli quanto ansiosi di impossessarsi di tanta fortuna, si presentarono alla masseria dove li attendeva il proprietario che li accolse amichevolmente:
< Benvenuti amici, grazie per la visita, ma sto bene, eravate in pensiero? >
e loro : <Ci fa piacere vedervi così, ma noi.....siamo venuti anche per riscuotere il vostro debito.....>
e il padrone: < certamente! i debiti vanno onorati..> - si volse verso le stalle e gridò:
< Pizzarello!...Pizzarello mio, vieni qua >
A quel richiamo dalle stalle uscì un bel somarello che si avvicinò baldanzoso al suo padrone, che rivolgendosi agli amici continuò:
< ecco a voi Pizzariello mio, mi raccomando abbiatene cura>
mise le briglie all'animale e lo consegnò ad uno di loro che, incredulo, ma rassegnato all'equivoco che li aveva tratti in inganno facendogli credere che si trattasse della masseria di Pizzarello, prese le briglie e cominciò a camminare ma l'asino non si muovava, era fermo e quando tentarono di spingerlo cominciò a scalciare colpendo i malcapitati che lo lasciarono nella sua masseria col suo padrone, correndo a gambe levate...
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