La Befana, vecchia fata che dispensa
caramelle o brutta strega che porta cenere e carbone?
La notte tra il 5 e il 6 gennaio è
considerata una notte magica: le pareti della casa diventano di ricotta, le
porte di cioccolata e gli animali parlano tra di loro dei loro padroni:
benedicendo quelli bravi, che li trattano bene, e maledicendo coloro che li
trattano male.
Indispensabile stasera accudire bene i
propri cuccioli con un buon pasto abbondante, prima di andare a letto, perché
bisogna dormire! Non vi venga in mente di rimanere svegli per sentirli parlare,
perché porta male!
A
riguardo si tramanda la storia di un contadino molto avaro che aveva un asino
che caricava sempre tanto, e un bue che faceva lavorare nei campi dalla mattina
alla sera, quando alla sera doveva dargli da mangiare il fieno era sempre poco.
Un anno sentì dire che la notte della
Befana gli animali parlano e curioso, dopo avergli dato la solita misera
razione di foraggio, decise di dormire nella stalla per vedere se era vero.
A mezzanotte sentì l’asino che diceva al
bue:
< cumpà nonge è mangiàte?
<stòche tanta stanche ca no tenche
fame!
< cumpà manciàme, ca cre’ ma fatià, ma
purtà ‘u padrune cu ‘u carre!
Il contadino sbalordito, ripensò alle
parole che aveva appena sentito per capirne il senso… “….’ U vove tirava ‘u traine ….. ‘u ciuccie tirava
‘u scerabballe …… ma ‘u carre serve pe
purtà le muerte a ‘u campesante!”
Impaurito da questa deduzione, il
contadino si sentì male, cadde a terra e morì e il giorno dopo l’asino e il bue
tirarono il carro cha lo portò al cimitero.