Frase usata per acconsentire a quanto detto da altri, auspicandone
il verificarsi.
E’ un antico modo di dire che ha origine da un simpatico
aneddoto:
In occasione della morte di un giovane uomo, convennero in
casa del defunto amici, parenti e vicini.
Erano tutti seduti intorno alla salma a commentare lo
sciagurato evento, rimpiangendo il defunto e compiangendo la povera moglie. Una
parola tira l’altra e il discorso scivolò sull’opportunità e la convenienza che
la giovane vedova si risposasse e, di bocca in bocca, vi fu chi si spinse a
fare anche il nome di uno dei presenti come possibile candidato.
Voce ‘nnanze voce, la cosa giunse all’orecchio della vedova
che senza scomporsi rispose: - Pe’ ste parole sante e benedette, cummari mie,
ca stu pinziere me stè passave p’a cape…
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