giovedì 26 aprile 2018

Cítte Tu! Ca Mamete cònde

Cítte Tu! Ca Mamete cònde.
 
Una frase che noi tarantini usiamo ancora oggi per zittire chi si intromette in discorsi che non lo riguardano ma che come per la maggior parte dei modi di dire, pochi ne conoscono l'origine.

 E' un detto che mi piace ricordardare oggi, 19 marzo, giorno in cui si commemora San Giuseppe, proprio perchè l'aneddoto nasce da un fatto realmente successo proprio nella Chiesa di San Giuseppe.
 

Una volta le nicchie dei Santi erano illuminate da lumini ad olio offerti e mantenuti accesi dai devoti che, facevano carico di rimboccare l'olio degli stoppini, gesto che, in tempi in cui l'olio veniva usato con grande parsimonia, comportava sacrifici e privazioni.

Si diceva che sulla tavola del sacrestano della chiesa di San Giuseppe l'olio non mancava mai.
Si racconta infatti che ogni sera,all'ora della chiusura, il sacrestano, passava davanti alla statua della Madonna col Bambinello e dopo essersi segnato col segno della croce Le chiedeva: 
Madonna mejie Te despiace ci me pigghie nu picche d'uegghie pe 'ccunzà a 'nzalàte?" 
Ovviamente la  Statua non proferiva il Suo dispiacere e lui procedeva a spegnere i lumini, provvedendo anche a svuotare l'olio degli stoppini.
Il parroco, insospettito dal consumo anomalo dell'olio, una sera si nascose e scoprí la manovra del sacrestano.
La sera successiva il parroco si appostò nuovamente  e quando il sacrestano fece la solita domanda alla Madonna, contraffacendo la voce rispose:

"No, non puoi!"
Il sacrestano rimase sorpreso ma, dopo lo stupore iniziale, rivolgendosi  al Bambinello  rispose: "Cítte Tu! Mamete cònde".
A questa risposta il parroco si rivelò scoppiando in una fragorosa risata.