venerdì 28 novembre 2014

Le fave d'a prima mugghiere



A volte sarà capitato di sentir dire “ le fave d’a prima mugghiere” – in riferimento a qualcosa di buono  e difficilmente riproducibile o riferita ad una persona dai gusti particolarmente difficili.

Questo modo di dire, tipicamente tarantino, deriva da una simpatica storiella:

“Un contadino rimasto vedovo, si risposò con una brava donna del paese. La prima moglie usava preparargli le nostre gustose fave bianche in un modo particolare che incontrava i gusti del marito.

La seconda moglie invece cucinava le fave in modo diverso che non soddisfacevano appieno i gusti del marito, tant’è che questi ogni volta che le mangiava sospirava < ah! Le fave d‘a bon’ànema!>


Una volta avvenne che per distrazione, le fave bruciacchiarono rimanendo in parte attaccate al fondo della pignata. Tuttavia non potendo fare altrimenti, la moglie le recuperò alla bene e meglio e le servì all’ora di pranzo, tra mille scuse. Il marito, notò subito la differenza, ma gradì tanto che finalmente disse < Sta vòte  t’è ‘mmurtalàte! … so’ pure chiù megghie de come le faceva ‘a bon’ànema!>”

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