giovedì 12 gennaio 2017

Marta 'a piàtose...

Modo di dire poco conosciuto e usato ancora meno, che pone l'accento sulla "carità pelosa", quella carità deformata e scelleratamente trasformata da virtù a vizio, molto più diffusa e praticata di quanto si possa pensare.
La prima domanda che nasce spontanea è: < chi era questa Marta? >

In effetti nessuno lo sa ma, vista l'accezione, probabilmente deriva dall'opera " Marta la piadosa " del canonico, drammaturgo spagnolo Gabriele Tèlez, alias Tirso de Molina (1579 - 1648),
in cui si racconta la storia di Marta, una ragazza innamorata di un giovane che sarà accusato dell'omicidio del fratello. Costretta a sposare l'uomo sceltole dal padre, a sorpresa, rivela a tutti di aver fatto voto di castità e si dedica all' assistenza dei bisognosi e dei malati. In realtà questa messa in scena le serve per poter incontrare liberamente l'amato che, dopo svariate vicissitudini, tra intrighi e menzogne, riuscirà a sposare.


La seconda domanda  riguarda una locuzione poco usata: " masticare brodo" -  un'azione priva di senso e utilità quanto impossibile - usata per descrivere un perditempo, un fannullone.

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