lunedì 22 gennaio 2018

Le pestùre de Zuccarette


 I proverbi sono un compendio di saggezza popolare e fanno parte della cultura nazionale, tradotti in ogni dialetto, trovano riscontro in ogni regione, provincia e paese ma, ci sono dei detti che rimangono tipici di una delimitata zona perchè citano personaggi locali.


A Taranto si dice:
  • Cè tenime le pestùre de Zuccarette?   (mica abbiamo le cisterne d'olio di Zuccaretti)
oppure: 
  • Do Zuccarette t'attòcche! (da Zuccaretti ti tocca andare)
Queste erano le risposte tipiche date a chi si lamentava per la scarsità dell'olio nelle pietanze. 

Ma chi era questo proverbiale Zuccaretti?

Arcangelo Valente, illustre storico tarantino, nel suo libro Case vecchie e case nuove  a proposito delle abitazioni nobili della città vecchia dice:
"Nella piazzetta San Costantino era la splendida casa dei Falconibus, oggi appartenente ai Gigante, dove albergò Ladislao Durazzo, sposo di Maria di Brienne, principessa di Taranto e vedova di Raimondo Orsini... Rimpetto stava l'abitazione dei Montefuscoli, casa Zuccaretti ..."
 Da questo si deduce che, nella rinomata zona bene della città vecchia, esisteva una casa Zuccaretti, dove vi abitava una famiglia Zuccaretti,  una famiglia nobile di origine napoletana, di cui si sa poco e niente, tranne che Michelangelo Zuccaretti ne fu l'ultimo esponente, l'ultimo feudatario. In giovane età perse il padre, ucciso da ladri che saccheggiarono la loro dimora, Michelangelo allora decise di lasciare per sempre Taranto  e rigugiarsi nel castello di Massafra dove morì la notte del 15 maggio 1859 all'età di 65 anni.
 Rinomata invece la loro immane ricchezza e i loro proverbiali pesture, ossia cisterne nelle quali conservavano l'olio di oliva prodotto dai loro vasti uliveti. 
La vastità del patrimonio era pari alla noncuranza dei proprietari, e le pesture de Zuccarette, poichè la sorveglianza era quasi del tutto inesistente, erano oggetto di interesse da parte dei ladri che avevano libero accesso a sottrarre notevoli quantità di olio al ricco signore.
I ladri, al contrario dei padroni, non erano sprovveduti, e si organizzavano a turni, mettendo sempre qualcuno come palo, il quale rassicurava i compagni con la frase:  

  • fatiàte allegramende, ca da quà no ppasse ggende!
frase usata ancora oggi per apostrofare chi compie un'azione illecita.
Invece il detto: Puzze d'uegghie de Zuccarette!(Puzza di olio di Zuccaretti ) viene usato per sottolineare la dubbia origine di qualche fortuna.








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