sabato 12 luglio 2014

L'ha candàte 'a graste

 

 Chissà quante volte abbiamo sentito dire "L'ha candàte 'a graste"  riguardo a persone che usano dire la propria opinione a voce alta e senza mezzi termini.

L'origine di questo detto è in Grecia, a Sicione,  nel VI secolo A.C. quando il dittatore Clistene emana l'ostracismo, un provvedimento che consisteva nell' allontanare dalla città, per un periodo variabile da cinque a dieci anni, chi si macchiava  di reati politici. L'accusato veniva giudicato dall'assemblea del popoloi cui membri esprimevano la propria volontà, incidendo il verdetto su di un pezzo di un coccio chiamato (ὄστρακον) ostrakon, che veniva messo in una (γάστρα) gastra, vaso panciuto di terracotta usato anche per il bucato o come vaso per i fiori. 
Lo scrutatore poi pescava i cocci da questo vaso e leggeva a voce alta il nome che vi era inciso.

Questo modo plateale di declamare il nome del reo e il reato commesso, ha fatto nascere il detto CANTARE ‘A GRASTE, intendendo per esso, l’azione di esprimere le proprie idee.


Oltre la spiegazione storico-etimologica questo antico modo di dire ha anche un'origine popolana...

Si racconta che tanto tempo fa c'era una vecchietta, che ogni mattina, davanti alla chiesa di Sant'Agostino, chiedeva l'elemosina che raccoglieva in un vaso rotto che portava sempre con se.
Un giorno passò il sindaco di Taranto e le lanciò un involucro. La vecchietta pensò ad una grossa elargizione. Ma si accorse che il sindaco aveva voluto farle uno scherzo e dentro non vi era altro che carta straccia.
Delusa e arrabbiata per l'affronto subito, andò sotto casa del sindaco e gliene gridò di tutti i colori senza alcun timore reverenziale, agitando la "grasta scuasciàta" in cui tintinnava la sua questua giornaliera.
Il suono di quelle monetine faceva appunto "cantare" la grasta, dando anche un sottofondo agli improperi che la vecchietta urlava al sindaco.
 
Da allora, il termine viene fatto riferire a chi parla senza diplomazia.


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