martedì 10 maggio 2011

L'anijedde de San Catàvete

Una antica leggenda  narra che un giorno San Cataldo (allora Vescovo) fosse a bordo di una barca in Mar Grande, quando all'improvviso scoppiò una furiosa tempesta. Il mare si ingrossava e l'equipaggio cominciò ad aver paura e ormai senza speranze pregò il Vescovo di pregare e intercedere per  la loro salvezza.
Il Vescovo Cataldo allora si sfilò l'anello pastorale e lo gettò in mare.
Immediatamente il vento cessò e il mare tornò calmo  e nel punto dove era caduto l'anello l’acqua del mare cambiò colore e non era salata, ma dolce e fresca.

Da allora quel punto di Mar Grande ha preso il nome di “Anello di San Cataldo” in cordo di quell’evento.
Ora sappiamo che l'esistenza di acqua dolce è dovuto ad uno sbocco a mare di fiumi sotterranei  che formano i cosiddetti "citri" sparsi nei mari di Taranto che rendono le nostre acque, fertili per la mitilicoltura... e anche il sapore unico delle nostre cozze .... è un miracolo!

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