mercoledì 11 maggio 2011

I Citri

Avendo raccontato dell'anello di San Cataldo è doveroso raccontare dei citri.
Il nome "citri" deriva dal greco kutros (pentola). Il termine testimonia una continuità linguistica del dialetto tarantino con l’idioma dei colonizzatori Spartani. "pentola" perchè se si osserva un citro: l’acqua dolce salendo a pressione dal fondo del mare, ribolle in superficie, proprio come in una pentola sul fuoco, formando un cerchio.
Nella fantasia popolare hanno evocato sempre qualcosa di magico, tanto da far sorge un legame molto stretto tra Taranto, i tarantini, il mare e i suoi citri.
Sono anche stati cantati da Tommaso Niccolò D’Aquino nelle "Delizie Tarantine":

“Ivi dolce onda, oh meraviglia ! sbocca
Tra 'l salso umor, in cui sarà nutrito
L'eletto seme, e quanto più lo tocca
L'alma sorgiva.... 

 
Chi si è dedicato di più all’esame dei citri, è stato Attilio Cerruti, fondatore del glorioso Istituto Talassografico - avvalendosi delle informazioni fornitegli da Vincenzo Murianni, un anziano pescatore con cui era in amicizia, individuò 31 citri collocati rispettivamente a Nord Est del I Seno e del II Seno del Mar Piccolo.

Del primo gruppo fanno parte i citri denominati:
1 ) “du jume” o “du Galèse“ (antistante la foce del fiume Galeso);
2 ) “Bracceforte”;
3 ) “ da Ciampa “;
4 ) “cascine”;
5 )“di San Marco”;
6 ) “de le Curnelècchie (o “Cornelècchie”);
7 ) “Montecoròne”;
8 ) “de le Cupezze”;
9 ) “de l'Occhizzòle”;
10) “du Liopàlo” o “ Leopàlo”;
11)“ uècchie de cavalaria”;
12) “Monteguardiàne”
13)“Acìfica”;
14)“Aèdda” o “Àièdda”;
15) “du Citrjèdde”;
16) “Mastuèle”.
Appartengono al secondo gruppo i seguenti citri, alcuni dei quali perenni:
1 ) “de le Copre”;
2 ) “Calandra”;
3 ) “Capecanàle”;
4 )”di San Francesco”;
5 ) “Monteoliveto”;
6 ) “ di San Domenico”;
7 ) “ di Sant'Agostino”;
8 ) “mughijùse”;
9 ) “Masciòne”;
10)“Masciuncièlle”;
11) gruppo dei citri di “San Giorgio”;
12) “Trudde”;
13) “Generale”;
14)“Pitamònte”. ..
Prima di morire, nel 1939, il Murianni comunicò a Cerruti la posizione di un ultimo citro da lui individuato e denominato “Cape Triònte”:

In Mare grande invece se ne trova uno solo, il più grande, chiamato "Anijedde de san Catavete" .

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