martedì 14 aprile 2015

U' uadàgne de Maria Prène



Letteralmente "il guadagno di Maria di Brienne", un modo di dire con il quale, nel dialetto tarantino, ancora oggi si commenta scherzosamente un cattivo affare.
E’ un modo di dire antichissimo e sta ad indicare chi, agisce credendo di ricavarne un vantaggio, procurandosi,  involontariamente, un danno. 







Questo detto allude alla triste sorte di Maria D’Enghien contessa di Brienne  che nel 1384 a soli 17 anni sposò il barone Raimondello del Balzo Orsini, Principe di Taranto.
Nel 1406, alla prematura morte del principe Raimondo, Ladislao I D’Angiò, re di Napoli con le sue truppe assediò Taranto.  Maria guidò la resistenza della città ad oltranza. L’esercito di Ladislao riportò grandi perdite, tanto da indurlo a risolvere la questione diplomaticamente proponendo a Maria D’Enghien  di sposarlo.
La principessa trovò molto allettante la prospettiva di diventare Regina, tanto che a chi la invitava a riflettere su un amore che appariva troppo interessato rispondeva: “No me ne curo chè se moro, moro regina”

Il 23 Aprile 1408  nella cappella del Castello Aragonese, Maria D’Enghien sposò Ladislao I D’Angiò che coronò così il suo sogno di impossessarsi del Principato di Taranto .
Maria a Napoli fu accolta favorevolmente dal popolo, ma non a corte, dove visse quasi segregata e costretta a condividere la sua esistenza con le amanti del marito.  
Alla morte di Ladislao, nel 1414 il regno passò alla sorella Giovanna II, che la fece addirittura imprigionare.

Questo il guadagno fatto dalla povera Maria con quel matrimonio, guadagno che rimase tristemente proverbiale a Taranto e a Napoli come  U’ uadàgne de Maria Prène

Comunque nel 1415 fu liberata e ritornò a Lecce dove si riappropriò della contea e nel 1420 ottenne anche il Principato di Taranto.

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